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Infortuni sul lavoro, Mazzucchelli: “Prezzo più alto pagato da giovani precari e poco formati”

L’ennesimo incidente sul lavoro, occorso a un operaio di appena 21 anni al lavoro nei cantieri Quadrilatero di Camerino, è solo l’ultimo registrato in una regione che conta una media di quasi due all’ora ogni giorno. Ammontano infatti 12.482 le denunce di infortunio nelle Marche da gennaio a settembre secondo l’Inail. Pur meno rispetto allo scorso anno (-13.48%), un calcolo comunque inaccettabile.

“Senza contare – spiega la segretaria generale della Uil Marche, Claudia Mazzucchelli – che la maggior parte degli infortuni riguarda il giovani e questo può essere in parte spiegato da una minore esperienza lavorativa ma anche da una maggior precarietà dei contratti e da una mancata formazione”.

Se guardiamo alle classi di età, si assiste ad un aumento di denunce nelle fasce fino a 14 anni, che passano da 740 a 880 casi (+18,9%), e 15/19 anni, che passano da 542 a 597 denunce (+10.1%). Il dato totale degli infortuni comprende anche 19 morti nei primi nove mesi dell’anno in corso. L’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro e Ambiente Vega Engineering, che analizza i dati ufficiali Inail, mette le Marche in zona arancione, con un’incidenza di infortuni mortali superiore al valore medio nazionale. La provincia peggiore è Ancona che, con 8 mortali (esclusi quelli in itinere) su 195.986 occupati, ha un indice di 40,8. Segue Fermo con 28 davanti ad Ascoli (23,2), Pesaro-Urbino (19) e Macerata (15,7).

Per quanto riguarda gli infortuni mortali sono i lavoratori di età più avanzata (gli over 65 anni) a essere più a rischio rispetto ai più giovani, dato in parte spiegabile con la minore reattività nelle situazioni di pericolo e alla troppa sicurezza nello svolgere attività abitudinarie.

Se si guarda ai generi gli uomini, nel 2023, sono i lavoratori che registrano un’incidenza maggiore in relazione al numero di denunce di infortunio. Nel 2022 questo primato era delle donne. Viceversa, per gli incidenti in itinere, sono le donne a registrare nel 2023 e 2022 l’incidenza maggiore per le denunce di infortunio. Ciò è determinato dall’abbandono dello smart working ed è giustificato dal fatto che i modelli familiari-sociali vedono la donna particolarmente impegnata nel tentativo di mantenere un equilibrio tra la dimensione professionale e quella familiare, con possibili ripercussioni sulla frequenza degli spostamenti e sui tempi di recupero dalla stanchezza. I differenti ruoli sociali e i relativi carichi di lavoro possono quindi in qualche modo influenzare l’esposizione al rischio. Queste differenze si spiegano anche con il fatto che le donne sono occupate prevalentemente in attività meno pericolose rispetto agli uomini, che però possono richiedere spostamenti frequenti tra l’abitazione e il luogo di lavoro.

“Il panorama descritto è a dir poco sconfortante – conclude la segretaria Mazzucchelli – è necessario aumentare i controlli ispettivi, condividere una migliore organizzazione del lavoro e migliorare la formazione dei lavoratori. Amareggia il fatto che in una situazione del genere, diffusa in tutta Italia, il Governo riversi i 2 miliardi dell’avanzo di bilancio 2022 dell’INAIL nella contabilità generale anziché investire sul fronte della sicurezza. Occorre una maggiore sinergia tra aziende, parti sociali, autorità pubbliche e istituzioni ovvero di tutti gli attori interessati alla sicurezza sul lavoro. E poi ci vuole coraggio nella fermezza. Come è stato istituito l’omicidio stradale per i tanti incidenti mortali, allo stesso modo dobbiamo istituire l’omicidio sul lavoro e impedire alle imprese che non rispettano le norme sulla sicurezza di partecipare ad appalti pubblici”.

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