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Conerobus, Uil Marche: “Anni di errori nella gestione e mancate scelte, azienda e politica agiscano con responsabilità”

“Per salvare Conerobus gli attori coinvolti – azienda e politica – sono chiamati a un’assunzione di responsabilità perché l’attuale stallo, arrivato dopo decenni di gestioni aziendali parecchio discutibili, danneggia i cittadini e i lavoratori”. Ne è convinta la Uil Marche che all’indomani della rottura del tavolo tra l’azienda anconetana del tpl e le organizzazioni sindacali di categoria rilancia sulla necessità di una vera rivoluzione del servizio che deve guardare da un lato a un impegno sulle risorse economiche dedicate al settore (il tpl è comunque la seconda voce del bilancio regionale), dall’altro ad una riorganizzazione dell’intero sistema regionale. “A gennaio 2024 – fa presente Giorgio Andreani, segretario organizzativo della Uil Marche con la delega a trasporti e infrastrutture – nel corso di un convegno promosso unitariamente a Cgil e Cisl, chiedevamo la revisione dell’intera rete marchigiana, rimasta ferma da oltre 20 anni. Sono passati quasi due anni ma nonostante le dichiarazioni d’intenti della stessa Regione Marche, presente al convegno come soggetto titolare dei contratti di servizio, dell’Anci in rappresentanza dei comuni marchigiani, e delle aziende consortili nulla è stato fatto”. Nel mirino, anche all’epoca, i corrispettivi chilometrici troppo bassi, l’adeguamento dei costi del servizio ai costi reali dell’inflazione, al netto dei rincari di carburante e il superamento della frammentarietà che contraddistingue il servizio marchigiano, svolto da oltre 30 aziende, anche di piccolissime dimensioni, per circa 40 milioni di chilometri.

“I problemi attuali hanno radici storiche – conclude Andreani – e oggi assistiamo a numeri impietosi frutto di scelte sbagliate del passato e all’immobilismo attuale, soprattutto nella mancata riorganizzazione della rete del tpl, anche nell’intermodalità con il trasporto ferroviario, per eliminare ad esempio le sovrapposizioni delle corse e delle tratte, con tutti gli sprechi che ne conseguono. Il sindacato confederale, inascoltato, ha evidenziato questi problemi e proposto soluzioni con tutte le amministrazioni che si sono avvicendate alla guida della Regione, delle Province e dei Comuni. Oggi, ovviamente, il tema si ripropone in tutta la sua drammaticità per cui è urgente trovare soluzioni immediate ma anche un progetto strutturale di rilancio. Conerobus, ad esempio, vive da anni una situazione a due facce: il servizio urbano trasporta parecchia utenza mentre è limitato l’extraurbano a causa di tratte e collegamenti datati, che non rispondono più alle esigenze dei cittadini. E, in entrambi i casi, il tasso di evasione è parecchio elevato. Perciò, basta chiedere sacrifici ai lavoratori e chiedere pazienza ai cittadini. Soprattutto, basta chiedere nuove risorse pubbliche da versare su un sistema che non funziona. Occorre agire prima sulle cause che producono inefficienze e sprechi. Per salvare Conerobus occorre, quindi, un percorso condiviso volto, salvaguardando i lavoratori, a rendere l’azienda più forte e il servizio più efficace per i cittadini.  Per far questo, però, occorre che tutti gli attori in gioco abbiano come fine il bene dell’azienda e non altri obiettivi che, come invece par di vedere, nulla hanno a che fare con questo”.

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