CGIL, CISL e UIL delle Marche, accolgono con favore la volontà dell’Assessore alla Salute Calcinaro, appresa dalla stampa, di prevedere l’utilizzo della RU486 in ogni ospedale e consultorio delle Marche, anche alla luce del fatto che le Marche sono fanalino di coda, rispetto alle altre regioni italiane, sull’interruzione di gravidanza senza ricovero. Da sempre rivendichiamo la libertà di scelta delle donne e il rispetto delle L.194/78 nelle Marche.
Troviamo inaccettabile, invece, l’apertura dell’Assessore alle associazioni “pro vita” nei consultori. Ci eravamo già espresse, a seguito della seduta del Consiglio regionale del 18 giugno 2024, rispetto alla piena applicazione della L. 194/78 e alla possibilità delle associazioni di operare all’interno dei consultori familiari.
Le Organizzazioni Sindacali sono a ribadire con forza che nei consultori non ci debbono essere “punti di vista”, ma professionisti che affiancano le donne e che non si deve di confondere il “supporto e sostegno alla maternità” con l’interruzione di gravidanza, creando un lasciapassare alle suddette associazioni all’interno dei consultori. Questo costituisce un grave attacco al diritto all’autodeterminazione delle donne, ma anche un attacco alla sanità pubblica e all’organizzazione dei consultori, svuotati da tempo di strumenti e di personale, con danni sociali importanti in termini di prevenzione e di reale possibilità di esercizio del diritto alla salute.
Si ricorda infatti che iConsultori Familiari sono servizi sociosanitari di base del Servizio Sanitario Regionale, ad accesso diretto e gratuito per tutte le persone, anche minori a partire dai 14 anni, a tutela della salute della donna, della gravidanza e del feto, della coppia, della famiglia, dell’età evolutiva e degli adolescenti.
Per questo continuiamo a sostenere e rivendicare, anche in questa regione, che l’unica esperienza di cui i consultori hanno bisogno, è quella del personale di ginecologia, psicologia, ostetricia, di assistenti sociali che si occupino della salute delle persone.
I dati delle Marche non ci tranquillizzano sia rispetto al grave problema della carenza di personale, che non viene sostituito nel momento del pensionamento, sia rispetto al rischio di cessione delle poche funzioni residuali, mettendo in discussione le garanzie del servizio pubblico, rispetto a laicità ed etica pubblica condivisa, in grado di garantire la libertà di scelta delle donne ed il ruolo dei consultori.
Alla luce di queste considerazioni, in attesa di un confronto con l’ Assessore Calcinaro su questo importante tema, rinnoviamo il nostro impegno per i diritti delle donne in tutte le fasi della vita.
